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 Nei disegni di Alessandro Saggio convivono pazienza e immediatezza, lentezza e velocità: la rappresentazione della realtà è fedele e precisa, eppure il filtro del suo sguardo riesce a fissare un movimento spontaneo della natura che dura un istante.

La tecnica dei disegni (penna, inchiostro di china, polvere di grafite) da sempre rappresenta l’emblema della precisione ma la fusione con i soggetti riesce a renderla la compagna perfetta di quella che è un’opera estremamente istintiva.

I soggetti che Saggio ritrae sono sempre parte della natura, dell’impatto imprescindibile che ha sulle nostre vite: che sia un viso che si staglia nella luce, un animale che si mostra in tutta la sua supremazia o un paesaggio che non riusciamo a smettere di guardare.

L’ispirazione principale dell’artista arriva dall’osservazione delle forme che lo attraggono e affascinano, e sono il vero soggetto e oggetto di studio.

Privato di orpelli il soggetto resta soltanto un insieme di forme: sono le forme ad incidere sulla luce, a bloccare o lasciare passare il sole, a creare coni d’ombra che si trasformano in inchiostro…

L’attrazione che Saggio ha per le forme non è casuale: ha iniziato il suo percorso artistico con la fotografia che richiede molta osservazione e attenzione proprio a luci, ombre e forme.

L’osservazione e l’attenzione ai dettagli sono il filo che unisce le sue fotografie e i suoi disegni, che creano un’antitesi in cui la precisione e il rigore, quasi maniacale, rappresentano l’estemporaneità e l’impulsività della natura.

Maria Letizia Tega